Il Governo ha proposto una revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che include l’istituzione di una singola Zona Economica Speciale (ZES) nel Mezzogiorno, come indicato nel documento del 27 luglio.
Questa nuova iniziativa prevede una Riforma e investimenti mirati per rilanciare l’economia del Mezzogiorno attraverso la creazione di una ZES unica. La Riforma, da attuare entro il 31 dicembre 2023, mira a superare le attuali otto ZES esistenti e a istituire una ZES unica per il Sud.
La governance della ZES sarà nazionale, semplificando il coordinamento degli interventi mentre le amministrazioni locali avranno un ruolo nella promozione delle opportunità di investimento. Sarà creato un Piano strategico di sviluppo per la ZES e saranno introdotti benefici fiscali e semplificazioni per le imprese che investono nella zona.
Queste misure dovrebbero favorire lo sviluppo di settori chiave come manifattura, agricoltura, transizione green e digitale, turismo e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale nel Mezzogiorno.
Inoltre, è previsto un Investimento che includerà crediti d’imposta e sostegno finanziario per le imprese che avviano nuove attività o investimenti incrementali nella ZES.
Il Decreto pubblicato il 19 settembre 2023 istituisce la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, unificando le attuali otto ZES e coinvolgendo le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Le imprese attive o che si insedieranno nella ZES potranno beneficiare di condizioni speciali per gli investimenti e l’avvio di attività produttive.
L’agevolazione include un Credito d’imposta per l’acquisizione di beni strumentali, con specifiche condizioni e limiti definiti dal regolamento europeo. Tale credito sarà disciplinato da un decreto ministeriale entro la fine del 2023.
In sintesi, la creazione della ZES unica nel Mezzogiorno mira a promuovere lo sviluppo economico attraverso incentivi fiscali e sostegno agli investimenti, concentrandosi su settori prioritari per la crescita e la competitività della regione.